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Gli otto peccati capitali

Da diversi giorni ho finito di leggere Gli otto peccati capitali della nostra civiltà (1973) di Konrad Lorenz e voglio farne una breve sintesi. fortunatamente in questo senso mi viene in aiuto il capitolo finale che riassume in quattro pagine gli otto peccati del titolo. L’idea di fondo è che la società occidentale (ma a ruota il resto del mondo), senza rendersene pienamente conto, ha adottato dei modelli comportamentali che rischiano di causare la fine del genere umano o, comunque, della civiltà come la conosciamo oggi. Vediamo qui di seguito quali sono questi peccati: 1. La sovrappopolazione. Niente di nuovo qui: già Malthus a fine XVIII secolo aveva sottolineato il pericolo: la popolazione cresce in maniera geometrica mentre le risorse, quando va bene, lineare. Per adesso la scienza è riuscita a tenere il passo della popolazione ma è chiaro che questo, prima o poi, non sarà più possibile. 2. Crisi ambientale. Con l’aumento della popolazione l’uomo consuma sempre più ris...

Libri, video, cellule e sogni

Ho deciso che in questo blog scriverò anche dei video che mi capita di vedere. La logica apparentemente contraddittoria di parlare di video in un blog sui libri è in realtà facilmente spiegabile: voglio scrivere il seguente pezzo. In realtà ho pure spulciato la cronologia di YouTube per recuperare il video in questione ma non mi è riuscito ritrovarlo. Magari ci riprovo dopo aver finito di scrivere questo articolo… Il fatto è che venerdì-sabato dovevo essere leggermente malato: ho tossito circa otto volte ma soprattutto mi sentivo “strano”. Sono stato quindi parecchio a letto ascoltando video. Probabilmente anche per questo ricordo poco di quello di cui, in teoria, vorrei scrivere ma il punto è che, in verità, voglio parlare solo delle mie riflessioni su di esso. Il video deve aver accennato agli automi cellulari ma, come detto, non ricordo i dettagli, anzi non ricordo praticamente niente. Ma l’argomento mi interessava. Scoprii “Cellule” ai tempi del liceo e in un articolo di “Le...

Dalla libertà alla dittatura

Forse è finalmente venuto il momento che scriva un po’ di Fromm. Vediamo di scrivere cosa ricordo a memoria e poi, magari, approfondirò aiutandomi con i miei appunti. Il libro che sto leggendo è “Fuga dalla libertà” del 1942. L’anno è importante: della guerra non si parla esplicitamente ma evidentemente dominava i pensieri di tutta la popolazione, intellettuali compresi. L’argomento trattato è come le persone sembrino abbandonare la libertà senza apprezzarla pienamente e ne ipotizza una spiegazione psicologica. Ma, come spiegavo, il vero quesito che interessa a Fromm è come si siano potute sviluppare le dittature fascista e nazista. Curiosamente l’argomento mi ha sempre interessato: nel mio vecchio blog (v. Da qui ) scrissi più pezzi sull’argomento. La mia teoria era che la popolazione scivolasse nella dittatura rendendosene conto solo quando era troppo tardi per uscirne. Che le proposte di questi partiti non fossero inizialmente così estreme ma che lo diventassero all’aumentare ...

Fuga dal presente

Come mio solito volevo scrivere di altro ma ieri ho letto un nuovo capitolo di Don Chisciotte che ho trovato interessante. Ho già scritto di alcune pagine che mi hanno fatto ridere a crepapelle ma stavolta ho semplicemente sorriso: non c’è nessun passaggio particolarmente buffo ma è l’idea di fondo della trama a essere divertente. Nel capitolo precedente Don Chisciotte ha incontrato un uomo che per un amore deluso ha deciso di andare a vivere come un eremita fuori dal mondo perdendo il senno. Don Chisciotte, dopo averci riflettuto un po’, ha pensato che è un’ottima idea: ha deciso che anche lui per amore impazzirà e che Sancho dovrà andare dalla sua amata Dulcinea del Tobaso a portargli una sua lettera e a raccontarle le follie che compie. Sancho, tutto contento di tornare a casa (ci sono in ballo anche dei somari in regalo per lui), risponde che le sue follie già le conosce e che potrebbe partire subito ma Don Chisciotte gli ordina, con buon senso pratico, di assistere almeno a u...

Lorenz e l'anti-resipiscenza

Uno dei tanti misteri della pandemia di COVID-19 è stato, dal mio punto di vista, il comportamento della maggior parte dei medici. È normale che, giustamente, si siano fidati delle autorità e delle prime ricerche che sembravano dimostrare la sicurezza ed efficacia dei vaccini m-RNA ma perché, nei mesi e anni successivi, non hanno continuato a “seguire” la scienza? Perché hanno rinunciato al proprio spirito critico apparentemente non considerando le nuove ricerche e i loro allarmanti risultati? La mia “spiegazione” era, piuttosto banalmente, il sovrapporsi di una serie di fattori psicologici: l’ubbidienza all’autorità, l’imitazione dei propri pari e, soprattutto, il non voler ammettere il proprio errore iniziale ovvero la protezione della propria autostima. Soprattutto una componente di anti‑resipiscenza: il non voler affrontare il senso di colpa per i pazienti che potrebbero aver involontariamente danneggiato. Ma, più interessante della mia opinione, è quella di Lorenz scritta n...

Feedback negativo

Oggi volevo scrivere un pezzo mediamente impegnativo: niente Fromm quindi, che mi richiederebbe un significativo sforzo di sintesi, ma neppure il mio commento su dei libri di fantasia che lessi trent’anni fa e che ho riletto recentemente… Torno invece su Konrad Lorenz e al suo libriccino piccolo, “Gli otto peccati capitali della nostra società”, ma grande di spunti. Nel primo capitolo (mi pare) accenna appena a un meccanismo biologico (e non solo) che ha subito catturato la mia curiosità tanto che poi ho approfondito l’argomento investigandolo con chatGPT. Prima però un vecchio aneddoto di, più o meno, dieci anni fa. Ero andato a dare una lezione di programmazione a un mio amico esperto di elettronica e interessato a usare Arduino (una specie di scheda elettronica programmabile). Mentre parlavamo mi accennò a una nostra comune conoscenza che, non ricordo i dettagli, voleva usare la sua scheda Arduino come se fosse un termostato per tenere costante la temperatura dell’acqua. Il...

Anomalia culturale

Oggi scriverò di libri ma solo indirettamente. Si tratta di una riflessione che ho fatto ieri sull’importanza del leggere e del leggere classici: filosofici ma non solo, anzi. I grandi pensatori andrebbero letti: non solo Platone ma anche Galileo o Einstein. Oppure Freud, oppure Darwin, oppure Napoleone.. questa gente qui. Perché il loro pensiero non è banale e se ci hanno lasciato degli scritti vale la pena conoscerli. Riflettevo infatti su quella che ora mi pare essere una chiara anomalia: nel mondo attuale, basato sulla scienza e la tecnologia, vi è un continuo passaggio di conoscenze tecniche che si sommano fra loro, si accumulano e crescono come una piramide i cui blocchi rappresentano la diverse scoperte scientifica. I progressi tecnologici sono innegabili e ovvi per tutti. Questo è un aspetto. Tramite i libri, o almeno la parola stampata, i grandi scienziati del passato ci hanno trasmesso la loro conoscenza, le loro scoperte, e su queste costruiamo e accumuliamo nuova conoscen...