L’ambasciatore dice...
Ieri ero incerto se scrivere di Fromm o di un video intervista all’ambasciatore russo in Italia: alla fine non ho scritto nessuno dei due pezzi!
Oggi invece ho deciso di scrivere di entrambi in due articoli separati di cui questo, come si intuisce dal titolo, è dedicato all’intervista…
Là intervista è questa: L' Ambasciatore russo Alexey Paramonov analizza il mutato quadro politico internazionale dal canale YouTube Visione TV
Per motivi di spazio e tempo mi limito a segnalare gli spunti che mi hanno colpito.
- L’intervistatore gli ha chiesto come mai l’Europa (UE) oggi non ha ancora accettato la politica distensiva degli USA verso la Russia e, anzi, alza i toni belligeranti.
Questa è un po’ la domanda che mi sono posto nel mio blog dedicato all’attualità nel pezzo Chi comanda in Europa?
La sua risposta è che sono al comando le élite politiche sostenute dal partito democratico statunitense: negli USA hanno vinto i repubblicani ma in Europa sono rimaste al potere queste.
A me la risposta non mi convince: i politici statunitensi, come tutti i politici, sono impegnati nei giochi di potere del proprio ambito, ovvero gli USA, e non hanno di certo il tempo per manovrare passo passo la politica europea.
Piuttosto credo che il fenomeno si possa spiegare con l’esistenza di un’oligarchia economica che controlla i maggiori partiti europei sia al governo che all’opposizione: vedi come non sia cambiato niente nel Regno Unito passando dai laburisti ai conservatori o in Germania dai socialisti ai democratici cristiani. Stessa roba, stessi partiti sistemici che di diverso hanno solo il colore della bandiera.
Questa stessa oligarchia influenza pesantemente sia i democratici che i repubblicani negli USA: Trump è il jolly che sfugge al loro controllo.
- Cita poi un filosofo francese (non ricordo il nome) che dà un’ottima definizione delle democrazie europee e russa: “democrazia oligarchica” e “democrazia autarchica”. Inutile che vi spieghi il senso no?
Mi limito a segnalare che entrambi i tipi di democrazia non sono quelli dove è il “popolo” ad avere il potere. Eppure, come oltretutto scrivo anch’io nell’Epitome, è giusto chiamarle democrazie.
- L’ambasciatore la vede poi come me (e Vance) sulla censura europea: viene metodicamente censurata tutta la narrativa, intesa come visione dei fatti, non accettabile dal potere che, in pratica, non ammette critiche. L’ambasciatore sottolinea la complicità dei media, ovvero dei loro editori e il cui gruppo di controllo talvolta non è chiaro.
Faccio notare un dettaglio interessante: qualche anno fa il canale di BioBlu su YouTube venne censurato da YouTube e poi con il solito arbitrio dei giganti del web chiuso definitivamente.
Qualche mese fa, a Visione TV, che in pratica è l’erede spirituale di BioBlu è stato chiuso il conto corrente dalla banca italiana che lo gestiva ma, che io sappia, su Youtube non ci sono state ripercussioni.
Il punto è che adesso i giganti del web, con la protezione della presidenza Trump, non ubbediscono più automaticamente agli ordini di censura della politica europea.
Secondariamente, anche se bisognerebbe capire da dove sia giunto l’ordine, sembra anche la conferma che il governo Meloni sia, al di là delle “faccine” annoiate alle riunioni europee, favorevole alla censura. Anche se, in questo caso, vista la mitezza della misura, forse non è stata voluta a livello di governo ma di un qualche organo semi burocratico che segue passivamente la linea di censura europea.
- Infine ha accennato alla Romania dove è stato arrestato (e rilasciato dopo molte ore) il leader dell’opposizione che aveva vinto le elezioni presidenziali poi annullate a causa delle “interferenze su TikTok” e che adesso, per ordine del tribunale, non potrà più rilasciare interviste o comparire sui media rumeni. La mia sintesi (che non avevo avuto/voglia di scrivere) è esattamente la stessa dell’ambasciatore russo: la “democratica” Europa ha gettato la maschera e mostra il suo vero volto.
Oggi invece ho deciso di scrivere di entrambi in due articoli separati di cui questo, come si intuisce dal titolo, è dedicato all’intervista…
Là intervista è questa: L' Ambasciatore russo Alexey Paramonov analizza il mutato quadro politico internazionale dal canale YouTube Visione TV
Per motivi di spazio e tempo mi limito a segnalare gli spunti che mi hanno colpito.
- L’intervistatore gli ha chiesto come mai l’Europa (UE) oggi non ha ancora accettato la politica distensiva degli USA verso la Russia e, anzi, alza i toni belligeranti.
Questa è un po’ la domanda che mi sono posto nel mio blog dedicato all’attualità nel pezzo Chi comanda in Europa?
La sua risposta è che sono al comando le élite politiche sostenute dal partito democratico statunitense: negli USA hanno vinto i repubblicani ma in Europa sono rimaste al potere queste.
A me la risposta non mi convince: i politici statunitensi, come tutti i politici, sono impegnati nei giochi di potere del proprio ambito, ovvero gli USA, e non hanno di certo il tempo per manovrare passo passo la politica europea.
Piuttosto credo che il fenomeno si possa spiegare con l’esistenza di un’oligarchia economica che controlla i maggiori partiti europei sia al governo che all’opposizione: vedi come non sia cambiato niente nel Regno Unito passando dai laburisti ai conservatori o in Germania dai socialisti ai democratici cristiani. Stessa roba, stessi partiti sistemici che di diverso hanno solo il colore della bandiera.
Questa stessa oligarchia influenza pesantemente sia i democratici che i repubblicani negli USA: Trump è il jolly che sfugge al loro controllo.
- Cita poi un filosofo francese (non ricordo il nome) che dà un’ottima definizione delle democrazie europee e russa: “democrazia oligarchica” e “democrazia autarchica”. Inutile che vi spieghi il senso no?
Mi limito a segnalare che entrambi i tipi di democrazia non sono quelli dove è il “popolo” ad avere il potere. Eppure, come oltretutto scrivo anch’io nell’Epitome, è giusto chiamarle democrazie.
- L’ambasciatore la vede poi come me (e Vance) sulla censura europea: viene metodicamente censurata tutta la narrativa, intesa come visione dei fatti, non accettabile dal potere che, in pratica, non ammette critiche. L’ambasciatore sottolinea la complicità dei media, ovvero dei loro editori e il cui gruppo di controllo talvolta non è chiaro.
Faccio notare un dettaglio interessante: qualche anno fa il canale di BioBlu su YouTube venne censurato da YouTube e poi con il solito arbitrio dei giganti del web chiuso definitivamente.
Qualche mese fa, a Visione TV, che in pratica è l’erede spirituale di BioBlu è stato chiuso il conto corrente dalla banca italiana che lo gestiva ma, che io sappia, su Youtube non ci sono state ripercussioni.
Il punto è che adesso i giganti del web, con la protezione della presidenza Trump, non ubbediscono più automaticamente agli ordini di censura della politica europea.
Secondariamente, anche se bisognerebbe capire da dove sia giunto l’ordine, sembra anche la conferma che il governo Meloni sia, al di là delle “faccine” annoiate alle riunioni europee, favorevole alla censura. Anche se, in questo caso, vista la mitezza della misura, forse non è stata voluta a livello di governo ma di un qualche organo semi burocratico che segue passivamente la linea di censura europea.
- Infine ha accennato alla Romania dove è stato arrestato (e rilasciato dopo molte ore) il leader dell’opposizione che aveva vinto le elezioni presidenziali poi annullate a causa delle “interferenze su TikTok” e che adesso, per ordine del tribunale, non potrà più rilasciare interviste o comparire sui media rumeni. La mia sintesi (che non avevo avuto/voglia di scrivere) è esattamente la stessa dell’ambasciatore russo: la “democratica” Europa ha gettato la maschera e mostra il suo vero volto.
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