Tre libri terminati
Oggi ho finito di leggere tre libri!
Il primo è The slow regards of silent things di Patrick Rothfuss: mesi fa avevo letto altri due suoi libri di fantasia che avevo divorato. Non eccezionali ma alla prima lettura piacevolissimi.
Questo libro invece… non ha trama: cioè ce l’ha ma è inconcludente. Sarà stato sulle ottanta pagine ma ci ho messo mesi per terminarlo…
Il secondo è Il simposio di Platone. L’avevo già letto anni fa ma mi è tornata voglia di rileggerlo: vi ho pure trovato una potenziale epigrafe!
Vediamo se mi ricordo il “succo”: allora l’amore secondo Socrate dovrebbe essere il desiderio del bello in sé? Vediamo… ehm… no!
L’amore è desiderio di immortalità nel bene.
Dette così sembrano delle formule vuote e arbitrarie: il fatto è che ogni personaggio ne dà una propria definizione che passo passo viene perfezionata per arrivare alla versione di Socrate, che parla per ultimo, la quale a sua volta attraversa vari stadi di cui quello inizialmente da me citato era uno di quelli intermedi (non il finale).
Bello e bene per i greci si confondono insieme: vedi il concetto di calocagatia, credo di averci scritto un pezzo tanti anni fa…
Comunque mi ha messo voglia di leggere i Dialoghi di cui il Simposio è il più famoso: mi è sembrato anche di averlo visto nella mia libreria...
Infine ho terminato un libretto che avevo scelto di leggere guidato dall’ispirazione: Vita di Castruccio Castracani e altri scritti storici minori di Niccolò Machiavelli.
Onestamente speravo mi fornisse qualche nuovo spunto sulla politica o almeno che l’autore accompagnasse la biografia con delle proprie riflessioni ma invece no.
Machiavelli descrive la vita di Castruccio senza aggiungervi nessuna spiegazione delle scelte politiche e non che fece: sta al lettore quindi ricavarne il senso.
Castruccio nasce a Lucca e dà prova di grande abilità come condottiero: morto il suo protettore riesce a prendere il potere in città, poi conquista Pisa e infine, addirittura, Pistoia alle porte quasi di Firenze. Grazie alla sua abilità militare sconfigge due volte gli eserciti fiorentini di cui il secondo decisamente più forte e numeroso. Ma proprio dopo la sua vittoria più grande, che gli apriva le porte alla conquista dell’intera Toscana, si ammala e muore ancora quarantenne. Nelle ultime pagine il Machiavelli riporta dei suoi detti arguti da cui traspare un’intelligenza fuori dal comune.
Poi, in realtà, sul finale vi è un commento/riflessione di Machiavelli:
«E perché vivendo ei non fu inferiore né a Filippo di Macedonia padre di Alessandro, né a Scipione di Roma, ei morì nella età dell’uno e dell’altro; e sanza dubbio avbrebbe superato l’uno e l’altro se, in cambio di Lucca, egli avessi avuto per sua patria Macedonia e Roma» (*1)
Machiavelli ribadisce cioè il concetto che per avere successo non bastano le capacità ma ci vuole anche la fortuna: intendiamoci non basta neppure la fortuna da sola senza abilità perché presto o tardi essa svanisce.
Anni fa scrissi un pezzo in cui anch’io approfondivo questa idea, vediamo se lo ritrovo… ecco: Il tempo e il luogo giusto (dal mio vecchio blog) che a sua volta rimando a un altro pezzo a cui sono molto affezionato: Quattro aneddoti e una domanda.
Nota (*1): tratto da Vita di Castruccio Castracani e altri scritti storici minori di Niccolò Machiavelli, (E.) Rizzoli, 1962, pag. 72.
Il primo è The slow regards of silent things di Patrick Rothfuss: mesi fa avevo letto altri due suoi libri di fantasia che avevo divorato. Non eccezionali ma alla prima lettura piacevolissimi.
Questo libro invece… non ha trama: cioè ce l’ha ma è inconcludente. Sarà stato sulle ottanta pagine ma ci ho messo mesi per terminarlo…
Il secondo è Il simposio di Platone. L’avevo già letto anni fa ma mi è tornata voglia di rileggerlo: vi ho pure trovato una potenziale epigrafe!
Vediamo se mi ricordo il “succo”: allora l’amore secondo Socrate dovrebbe essere il desiderio del bello in sé? Vediamo… ehm… no!
L’amore è desiderio di immortalità nel bene.
Dette così sembrano delle formule vuote e arbitrarie: il fatto è che ogni personaggio ne dà una propria definizione che passo passo viene perfezionata per arrivare alla versione di Socrate, che parla per ultimo, la quale a sua volta attraversa vari stadi di cui quello inizialmente da me citato era uno di quelli intermedi (non il finale).
Bello e bene per i greci si confondono insieme: vedi il concetto di calocagatia, credo di averci scritto un pezzo tanti anni fa…
Comunque mi ha messo voglia di leggere i Dialoghi di cui il Simposio è il più famoso: mi è sembrato anche di averlo visto nella mia libreria...
Infine ho terminato un libretto che avevo scelto di leggere guidato dall’ispirazione: Vita di Castruccio Castracani e altri scritti storici minori di Niccolò Machiavelli.
Onestamente speravo mi fornisse qualche nuovo spunto sulla politica o almeno che l’autore accompagnasse la biografia con delle proprie riflessioni ma invece no.
Machiavelli descrive la vita di Castruccio senza aggiungervi nessuna spiegazione delle scelte politiche e non che fece: sta al lettore quindi ricavarne il senso.
Castruccio nasce a Lucca e dà prova di grande abilità come condottiero: morto il suo protettore riesce a prendere il potere in città, poi conquista Pisa e infine, addirittura, Pistoia alle porte quasi di Firenze. Grazie alla sua abilità militare sconfigge due volte gli eserciti fiorentini di cui il secondo decisamente più forte e numeroso. Ma proprio dopo la sua vittoria più grande, che gli apriva le porte alla conquista dell’intera Toscana, si ammala e muore ancora quarantenne. Nelle ultime pagine il Machiavelli riporta dei suoi detti arguti da cui traspare un’intelligenza fuori dal comune.
Poi, in realtà, sul finale vi è un commento/riflessione di Machiavelli:
«E perché vivendo ei non fu inferiore né a Filippo di Macedonia padre di Alessandro, né a Scipione di Roma, ei morì nella età dell’uno e dell’altro; e sanza dubbio avbrebbe superato l’uno e l’altro se, in cambio di Lucca, egli avessi avuto per sua patria Macedonia e Roma» (*1)
Machiavelli ribadisce cioè il concetto che per avere successo non bastano le capacità ma ci vuole anche la fortuna: intendiamoci non basta neppure la fortuna da sola senza abilità perché presto o tardi essa svanisce.
Anni fa scrissi un pezzo in cui anch’io approfondivo questa idea, vediamo se lo ritrovo… ecco: Il tempo e il luogo giusto (dal mio vecchio blog) che a sua volta rimando a un altro pezzo a cui sono molto affezionato: Quattro aneddoti e una domanda.
Nota (*1): tratto da Vita di Castruccio Castracani e altri scritti storici minori di Niccolò Machiavelli, (E.) Rizzoli, 1962, pag. 72.
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